Ascoltate, stelle




Ascoltate!
Se accendono le stelle -
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano? 
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi? 
E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d'essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
supplica 
che ci sia almeno una stella! - 
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro: 
"Ora va meglio, è vero?"
Non hai più paura?
Sì?!"
Ascoltate!
Se accendono le stelle -
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile+
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?!

Majakovskij, Ascoltate!

Domanda di stelle: il desiderio
La poesia di Majakovskij ci introduce nell'inquieta ricerca di senso. L'ascolto di cui parla non è solo un sentire vago ma un fare attento l'orecchio nell'ora più buia. Infatti, vengono richiamate le stelle, ma non solo come elemento romantico ma come vera e propria domanda, domanda di stelle. Curiosamente le stelle ci riportano al desiderio con la ben nota etimologia di siderum. Qui, però, il desiderio diventa domanda e ascolto di una risposta, richiesta in attesa che qualcuno risponda. Le stelle, allora, non sono solo piccoli sputi immersi nel buio della notte, non sono solo un prodotto chimico o fisico, ma sono simboli. La stella è ciò che viene espresso sia nel linguaggio scientifico sia nel linguaggio poetico, senza che l'uno possa fare a meno dell'altro. Per troppo tempo ci siam soffermati sulla convinzione che il solo linguaggio in grado di raccontare la verità fosse quello scientifico, oggi allarghiamo i nostri orizzonti e puntiamo verso una complessità di linguaggi che partano dalla comprensione della realtà come simbolica. Le stelle, allora, non sono solo masse gassose, ma anche desideri, tensioni, inquietudini, ricerca e domanda. 
Dalla domanda al cammino: la vocazione
Il simbolo delle stelle, poi, invita al cammino. La contemplazione delle stelle ci porta trafelati sulle burrasche di polvere meridiana, ovvero a camminare nella polvere di questa terra. Non è solo un disegno astratto che compare lassù nel cielo, ma un cammino concreto, una conoscenza profonda che ci riporta a Dio. L'uomo di cui parla Majakovskij è ciascuno di noi nel suo cammino di ricerca nella propria storia e fra i propri luoghi. Ma non è una ricerca fine a se stessa, ma la ricerca stessa di una trascendenza che ci dia il senso e il movimento del nostro cercare, un punto focale verso cui dirigerci. Questo punto è ciò che noi chiamiamo Dio, quel Mistero d'Essere che diviene Parola e risposta alle nostre domande. Le stelle ci insegnano la tensione verso un infinito che cerchiamo. Ma questo infinito rischia di disintegrarci se non acquista senso, e il senso è verso la pienezza, verso l'essere, verso la verità, ovvero verso Colui che vorremmo raggiungere ma che non riusciamo con le nostre sole forze. Così, la domanda diventa supplica di una stella. Il nostro essere in Dio non è la morte o la soddisfazione di un cammino fatto, ma è l'integrità di una vita sempre in movimento, sempre in ricerca, sempre inquieta proprio perchè è vita. 
Dal cammino alla grazia: la santità
Questo nostro essere in Dio non è frutto delle nostre forze ma della sua Parola. Se non ci fosse la sua Parola che risponde alle nostre domande, tutta la nostra ricerca sarebbe solo una frustrazione. Invece la ricerca, da essere individuale, si trasforma in dialogo, da un guardare le stelle diventa rivelazione. Per questo, la supplica che fa l'uomo che cammina fra le strade del mondo, diventa una risposta di Dio nella Parola, fino a creare un dialogo intimo fra noi e Dio. Da questo dialogo ripartiamo: ascoltate! La nostra domanda di stelle, diventata supplica si trasforma in dialogo in cui Dio parla con noi come con amici. Ed è questo dialogo che ci permette di superare il buio della notte, fino a diventare noi stessi stelle. Essere una stella nella notte, ovvero essere una luce che domanda e che diviene anche punto di riferimento per tutti gli altri che domandano, questa è la santità. Trasformare se stessi in luce, esplodere di luce a somiglianza di quella Parola di Dio che si è fatta carne in Gesù Cristo, questa è la nostra vocazione. Dall'ammirare le stelle ad essere noi stessi stella, perchè è indispensabile che fra le alterne vicende della notte, lì dove non si vede più nulla, dove tutti facciamo fatica a camminare, ci sia almeno una stella. Per avere meno paura. 

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