La telemicroscopia politica ovvero pensare a breve termine
Caro Amico, non so se
hai sentito in questo tempo cosa stia succedendo a livello politico. Un grande
movimento, una grande discussione, un grande dibattito in stile talk show, tenuto sempre a galla, sempre
in una logica di botta e risposta. Tu mi diresti che questa è la politica, un
continuo dialogo, un continuo dibattito. Hai ragione, ma io non ti ho parlato
di dibattito o di dialogo perché la politica è tale, solo che quello a cui
assistiamo oggi non è propriamente un dialogo. Infatti, il dialogo è un parola verso l’altra, il problema è che
la parola rivolta all’altro è una parola ragionata, una parola di spessore. E
lo spessore delle parole è dato dalla testimonianza di chi le dice ed è la
testimonianza a dare autorità alle parole. Se ci fermassimo, anche solo per un
secondo, a guardare e riflettere sulle innumerevoli parole che vengono dette,
prima ancora di valutarne la risposta, allora ci accorgeremmo che non hanno
nessun valore, soprattutto in politica. Sono tutte parole non dialogate o
dialoganti ma tese verso una sollecitazione, la quale incita alla risposta.
Allora, puoi notare anche tu come a reazione dinanzi alla maggior parte delle
parole dette in politica è la stessa di quando la propria squadra del cuore
segna un goal. Esultanza, delusione, ansia, ma nessuna prospettiva, nessuna
progettualità. Un’altra caratteristica del dialogo o, meglio, la motivazione
stessa di un dialogo è quello di risolvere un problema, di andare oltre un
problema, di trovare gli snodi per migliorare, verso una progettualità che sia
maggiormente incisiva. All’opposto del dialogo, lo slogan non permette di iniziare il dialogo stesso, per
questo motivo abbiamo quella che definisco una telemicroscopia politica. Dove la telemicroscopia riunisce in sé sia l’immagine del telescopio sia
quella del microscopio. In realtà, il gioco della politica degli slogan è proprio nel porre questioni
generali senza che vi sia un riscontro nel particolare. L’esempio più lampante
di tutto questo è Prima gli italiani.
Un motto dietro al quale si nascondono precise scelte politiche come quelle
della revoca del permesso di soggiorno per aiuti umanitari per gli immigrati in
Italia. Una scelta che ha comportato, insieme a tutte le altre, una nuova
disoccupazione anche per gli italiani che lavoravano come mediatori culturali,
o in cooperative di servizi per i migranti. Dietro un motto politico, dunque,
ci può essere tutta la miopia di scelte di governo che non assicurano alcun
futuro neanche a coloro a cui si rivolge. La tele microscopia politica, dunque, si nutre proprio di
dichiarazioni incisive a livello comunicativo ma che, tradotte in prassi,
indicano lo sfacelo di un governo. Eppure, penso che un giorno torneremo, mio
caro Amico, a parlare di futuro e, quindi, a parlare di politica. Prima che sia
troppo tardi.
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