Secondo sesso e doppio lavoro
Caro Amico, oggi
voglio parlare con te di una strana malattia da cui non riusciamo a liberarci
ancora. Si tratta della sottomissione del maschile sul femminile. Saprai che è
una battaglia storica, che solo da poco la donna in quanto tale è stata
valorizzata, che da poco si è iniziato a parlare di una dignità della donna, di
una diversità del suo pensiero, del suo modo di ragionare, delle sue azioni, in
poche parole, di una differenza irriducibile. Eppure, ancora oggi abbiamo due
fenomeni che caratterizzano questa lotta. Dopo l’oblio a cui è stata condannata
la maggior parte della riflessione femminista che, esplosa in tutta la sua
violenza nei decenni passati, oggi si cerca di mettere a tacere, ecco che
assistiamo da una parte a femminicidi e dall’altra alla strumentalizzazione del
corpo femminile. A mio modesto parere, il problema non è semplicemente nella
valorizzazione della donna attraverso alcuni diritti, ma nel nostro stesso modo
di pensare. Infatti, non si tratta solo di dare alla donna i suoi giusti spazi,
ma di innescare processi nuovi che partano dal riconoscimento autentico delle
differenze. Perché è qui il problema, in quanto la differenza finisce sempre e
comunque per essere ridotta ad una questione di identità. L’identità della
donna, per lungo tempo è stata negata, oggi bisogna valorizzarla, senza comprendere
che il problema è proprio nella questione dell’identità. Infatti, valorizzare
una differenza, concretamente, significa sempre e comunque porre una identità
differente. Dove l’identità differente, quando viene negata, produce
femminicidio, mentre quando viene semplicemente rispettata produce un duplice
effetto: da una parte un ruolo della donna salvaguardato da uno Stato di diritto,
dall’altra una strumentalizzazione del corpo della donna per un piacere
identitario maschile. La donna, dunque, è un’identità altra rispetto all’uomo,
dove nei discorsi maschili si parla di rispetto dell’identità, e nei discorsi
femminili si parla di riconoscimento dell’identità. Il vero femminismo, invece,
sarà quando anche un uomo parlerà di un pensiero al femminile, quando una donna
non sarà semplicemente un secondo sesso, ma una alterità dialogante, un amore
che sboccia. Ed è allora lì, proprio in questo momento, che Dio verrà.
Commenti
Posta un commento