Il conformismo che siamo



Caro Khorakhanè, la situazione sociale che viviamo ha molte luci, ma anche dei lati d'ombra. Uno di questi lati d'ombra che voglio metterti in luce è il conformismo. Lo so, molto si è parlato di conformismo nei tempi passati, mentre oggi sembra fin troppo normale. Assomigliare sempre e comunque a qualcun altro, esprimere con tutto me stesso, con i miei atteggiamenti e il mio comportamento, un modello che sia comunicativo e comprensibile, se non a tutti almeno alla maggior parte. Il conformismo, allora, si insinua dentro le fessure della nostra personalità, anche quando cerchiamo di essere i più anticonformisti possibile. Eppure, quando vogliamo sembrare anticonformisti, ecco che sempre e comunque ci adattiamo a dei modelli, anche quando questi non si vedono. Infatti, se il massimo di visibilità del conformismo è nei vestiti che indossiamo, ciò che è conformismo e che non si vede è ancora più in profondità, in quel che molti studiosi chiamano il non-pensiero. Ortega y Gasset, nella sua Ribellione delle masse, aveva scritto che la massa non elabora nessun pensiero originale, ma utilizza il pensiero che è già in circolazione e, molto spesso, lo svuota del suo significato. Ebbene, ciò che stiamo attraversando oggi, è una accelerazione di questo fenomeno, che ci porta al non-pensiero. Utilizziamo un pensiero che c'è già, che non abbiamo elaborato e che, in fin dei conti, non sappiamo neanche se sia giusto o meno nei suoi fondamenti, oltre che non sapere se rispecchi la verità o meno. Sono concetti messi lì, un po' a caso, che prendiamo e che rigiriamo in società o sui social. Insomma, l'importante è dire qualcosa piuttosto che sforzarsi di elaborare un pensiero nuovo, per questo ci sono gli specialisti, quelli che chiamiamo intellettuali. Il conformismo, così, si gioca sia in ciò che vediamo sia in ciò che usiamo ma, scendendo ancora in profondità, in ciò che siamo. Non è solo una questione di produzione e di consumo, ma è tutto il nostro essere a rimanere intrappolato nel conformismo. Un grande concetto da cui non si può fuggire, una società come una grande prigione senza sbarre, dove tutto è a disposizione. Ma se tutto è a disposizione, allora, nulla ha più bisogno di essere reinterpretato, rielaborato, ricreato. Tutto è prodotto, tutto è lì, a portata di mano. Ecco perché è conformista, perché è comodo, ma non faticoso. Perché è a portata di mano, più che a portata di testa.
 

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