Dall’importanza all’importazione: il gioco dei social
Caro Pavel, c’è un
gioco curioso che i mezzi di comunicazione sociale producono in noi. Un gioco
strano, fatto di botta e risposta, di input e di output, ma soprattutto di una
ricomprensione della realtà stessa. Se fino a qualche tempo fa pensavamo che i
social fossero semplicemente dei modi per essere in connessione con gli altri,
oggi stanno sempre più sostituendo non la realtà in sé, ma la nostra percezione
della realtà. In altre parole, iniziamo a pensare che qualunque cosa scritta
attraverso un social network sia, in
qualche modo e per una certa dose, vera. Il trauma della post-verità è,
insomma, riconducibile ad una percezione nuova della realtà stessa che non so
dirti se sia giusta o sbagliata ma, sicuramente differente da qualche anno fa.
D’altronde, se parliamo di post-verità dove non sappiamo quale sia il confine
fra il vero e il falso, come potremmo pensare di giudicare se una realtà sia
giusta o sbagliata? E parliamo di processi che stanno accadendo nel corso di
pochi anni e non in un periodo più o meno lungo. Stiamo parlando di processi
racchiudibili nell’arco di dieci anni, in cui con l’ingresso del mondo social stiamo svoltando verso processi
di cambiamento sempre più rapidi. Ovviamente, non per colpa dei social in sé, ma a causa del cambiamento
nella nostra percezione della realtà. Iniziamo a pensare, insomma, che tutto
quello che passi sui social sia vero
e che, quindi, possiamo credergli fino ad assimilare la realtà sociale con
quella social. Il gioco è proprio
qui, nel passaggio dall’importanza
all’importazione. Ciò che per me è
importante deve per forza finire su
un social, deve per forza essere importato da me. Si assiste, perciò, ad
una specie di horror vacui, di orrore
nel pensare che qualcosa di quello che penso, scrivo, faccio, non possa essere
visto dagli altri, non possa essere commentato e condiviso da altri. Il gioco,
allora, si fa interessante perché ciò che è importante per me e che importo in
un social, acquista sempre maggiore
valore e importanza dal numero delle interazioni, in questo modo accresce la
sua importanza. Non so dirti se questa cosa sia giusta o sbagliata, se sia moralmente accettabile o demonizzabile. Fatto
sta che c’è, che è un meccanismo che accade in noi, che si muove, consciamente
o inconsciamente. Non so dove arriveremo, e non penso neanche che ci sia qualcosa
di male. Sono sicuro, però, che potremo raggiungere la schizofrenia quando
assimiliamo l’importante all’essenziale, schiacciando la realtà attuale sulla
realtà virtuale. Questo sì che è un rischio sempre attuale.
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