Giovanni Battista, il pellegrino nel deserto
Caro Pavel, in questi giorni ripensavo spesso alla figura di
Giovanni Battista. Un uomo che aveva lasciato tutto per andare a vivere nel
deserto. Un uomo che aveva lasciato tutto per il nulla, perché aveva ritenuto
che quel tutto fosse un nulla peggiore in confronto al nulla del deserto dove
ha trovato il suo tutto. Giovanni Battista mi spinge a chiedermi dove sia il
nulla e dove sia il tutto, se ciò che la maggior parte della gente pensa che
sia il tutto si rivela essere un nulla e dove il nulla, anche spesso banale,
possa essere il tutto per una persona. Mi sembra che il nulla e il tutto, siano
interscambiabili nella misura in cui ciascuno di noi trova il tesoro del suo
cuore, nella misura in cui ciascuno di noi trova l’amore. In effetti, ciò che
ha spinto Giovanni nel deserto non è stato l’amore per la solitudine in sé,
anche perché Giovanni era conosciuto come la Voce di uno che grida nel deserto, ma per amore. Giovanni va nel
deserto perché sa che lì incontra qualcuno, perché ha incontrato qualcuno e
perché spera di poter incontrare qualcuno. Allora il deserto stesso diviene il
luogo della solitudine amante, dell’innamorato. E dove gli altri vedono un
deserto, in chi ha lo sguardo colmo dell’amore, anche quel deserto è tutto.
Inoltre, ciò che mi colpiva di Giovanni Battista era questo suo vagare nel
deserto, nella regione del deserto della Giudea (Mt 3,1). Mi colpiva il fatto
che qualcuno potesse andare in giro per una regione deserta. Ovviamente non
stiamo pensando ad una regione formata solo di sabbia, ma ad una regione che
comunque non offriva molte opportunità. Ebbene, Giovanni Battista si muove proprio
lì, in quella regione desertica, non tanto per amore della solitudine, ma per
essere una Voce. In altre parole,
Giovanni Battista non va nel deserto per una certa misantropia, ma proprio
perché nel deserto ritrova se stesso, è consapevole del paradosso del suo
essere voce nel deserto. Questo
camminare di Giovanni Battista nel deserto, allora, diviene il simbolo del suo
essere uomo. Il camminare nel deserto significa, per Giovanni, come anche per
noi, andare alla ricerca di una relazione essenziale, di una relazione d’amore,
che ci mette dinanzi il paradosso della nostra vita, di essere anche noi voci in un deserto, non perché soli, ma
perché pieni di mille contraddizioni e, nonostante tutto, amati da qualcuno che
ci rivela il volto del Padre. Perché è nel deserto che Giovanni non solo
riscoprirà se stesso, ma incontrerà anche quel Gesù che battezzerà. Ed è in
questo incontro che il deserto diviene un luogo fiorito, un’oasi d’amore.
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