Il dispendio in Bataille: la gloria
Nel giugno 2018, la
rivista Aut-aut ha dedicato il suo
numero al pensiero di Georges Bataille e, soprattutto, al concetto di economia generale. Prima della
pubblicazione de La parte maledetta,
Bataille aveva scritto un articolo dal titolo L’economia all’altezza dell’universo, sulla rivista Constellation, oggi pubblicato da Aut-aut. La particolarità di questo
testo è proprio il tema che affronta ovvero quello dell’energia. L’assioma da
cui parte Bataille è che la ricchezza non sia misurabile sulla quantità degli
oggetti, quanto sull’energia che occorre per produrli. Il vero capitale
dell’essere umano, dunque, non è l’oggetto monetizzabile quanto il potenziale
produttivo. In quest’ottica, l’energia è ciò che occorre per produrre oggetti e
l’energia spesa per produrre un oggetto viene ricompensata con l’oggetto
stesso. Tuttavia, il processo di distribuzione dell’energia per produrre un
oggetto si arresterebbe sull’oggetto stesso se non fosse che quell’oggetto
diviene strumento per il dispendio o per la conservazione di energia. L’esempio
che riporta Bataille è quello della sedia che ci occorre per preservare energie
da usare per altro. Allargando lo sguardo sulla questione dell’energia,
Bataille fa notare come il sole stesso sia la fonte di energia che nutre e fa
crescere il nostro stesso pianeta. Ma il sole ha una particolarità in quanto
fonte d’energia: il dispendio. La
particolarità del sole è perdere energia senza badare a spese e senza
contraccambio, ciò che nell’economia reale non avviene. Per questo, Bataille
chiama il dispendio di energia del sole economia
solare, dove la contropartita è data dallo sperpero di energia, più che dalla
acquisizione.
Procedendo su questa
riflessione, Bataille ci fa notare come la vita stessa non sia fatta solo di
energia, ma di un dispendio di energia.
E il dispendio di energia indica anche una perdita di energia, e la perdita ci
permette di fuoriuscire dalla razionalità economica dell’energia. Insomma, la
vita non è fatta solo da un contraccambio di energia, ma anche da un dispendio, da un’energia che si perde,
che non serve a nulla, che è inutile e, in quanto tale, sfugge alla stessa
razionalizzazione delle energie.
Ora, tutto questo
Bataille lo applica anche all’individuo in quanto egli è un accumulatore di
energie. In altre parole, l’individuo umano è il prodotto di energie libere,
che non rispecchiano una economia razionale, ma sono il frutto di una pura
perdita. L’atto sessuale stesso è un dispendio di energie completamente libero
e scevro da qualsiasi calcolo. Per questo motivo, l’essere umano non è solo il
prodotto di energie, ma è anche chiamato alla generazione attraverso un
dispendio delle sue stesse energie. Per questo, l’energia non è fatta per
essere accumulata ma per essere spesa o, meglio, persa. Scrive Bataille:
L’uomo è difatti un effetto del surplus di energia: in linea
di principio l’estrema ricchezza delle sue attività superiori deve essere
definita come eclatante liberazione di un eccesso. L’energia libera fiorisce in
lui ed esibisce incessantemente il suo inutile splendore. Ma l’eccedenza
dell’energia non avrebbe potuto essere liberata se non fosse precedentemente
stata oggetto di appropriazione. La condensazione era necessaria per il
dispendio.[1]
L’individuo è un
condensato di energie pronte ad esplodere in maniera del tutto inutile. Se
questa è la prospettiva di Bataille, allora, non possiamo non chiederci quale
sia la fonte di tutta questa energia. Infatti, se per Bataille l’uomo è la
soluzione a tutto il dispendio di energie in quanto essere capace di
trasformare l’energia del mondo e di direzionarla, il mondo stesso rischia di
essere schiacciato dall’accumulo stesso di energia. Per Bataille, quindi, il
vero problema, la sua vera malattia, è la ricchezza. Poiché la ricchezza
risponde a quella economia razionale che perde di vista l’economia generale del
mondo, il suo dispendio di energie per qualcosa che va perso più che accumulato.
E questo dispendio inutile di energia, Bataille lo chiama gloria, che raggiunge il suo vertice nell’inutile dell’essere
umano. La gloria, propriamente, è ciò che rende bello l’essere umano e il mondo
che lo circonda. Ma la bellezza non tende all’accumulo, quanto alla
rivelazione. Ed è per questo, che l’idea di gloria come energia che si spreca
ci lascia intravedere anche il mistero di un Dio che si rivela nella gloria,
nell’inutilità di un dispendio di energia che lo ha portato alla creazione
dell’essere umano. La fonte di tutta questa energia, allora, non può che essere
Colui che si rivela nella gloria e che raggiunge il compimento della sua
rivelazione quando si incarna nell’apice massimo della gloria, ovvero
nell’essere umano. Un Dio di gloria, il Dio di Gesù Cristo.
[1]
G. Bataille, L’economia all’altezza dell’universo, in Aut-aut 378 (giugno 2018),
Il Saggiatore, Milano 2018, p. 11.
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