A Silvia Romano, una ragazza bellissima
Caro Pavel, da qualche giorno c’è una cosa che non mi fa
dormire. Lo scorso novembre è stata rapita in Kenya Silvia Romano di 23 anni,
una cooperante dell’Africa Milele Onlus. Una ragazza dal volto come quello di
tante ragazze, che se la incontri per strada la guarderesti per un secondo e
poi gireresti la testa, preso dai tuoi impegni. Eppure Silvia non è un volto
come gli altri. Perché non è come quelle ragazze che per avere un po’ di gloria
fanno le fashion blogger o posano mezze nude si Instagram. Lei è diversa.
Perché ha 23 anni ha scelto di non perdere tempo in lamentele, non di credere
che vada sempre tutto male o che l’aiuto le debba venire da altri. Lei ha
scelto e ha scelto di andare a in Kenya ad occuparsi dei bambini. E dalle foto
che circolano su internet non ce n’è una con il volto triste, ma sempre
sorridente. Sai, molte volte abbiamo l’impressione che i volontari si mettano a
servizio degli altri perché è giusto farlo, non perché possa essere divertente.
Invece, Silvia più che per una questione di giustizia era lì in Kenya perché
amava l’Africa. Ed è l’amore ciò che caratterizza il suo volto e la sua
bellezza. Non è altro. Ed è sempre l’amore che la fa essere diversa dalle altre
che si accontentano della mediocrità e del perbenismo, vane apparenze di un
mondo disperato. Ma non voglio cadere nella solita retorica che serpeggia sui
social, ma la situazione di Silvia mi sta togliendo il sonno. Come può una
ragazza scegliere di fare quello che le piace aiutando gli altri? Come può una
ragazza pensare di poter cambiare il mondo con un sorriso? Come può una ragazza
suscitare così tanta vergogna in me che molto spesso non rischio perché ho
paura di perdere le mie comodità? Ecco, per me Silvia è un segno dei tempi, un
segno dello Spirito. Non so se abbia una vita di fede, non so se fosse credente
e questo mi sconcerta ancora di più. Perché io che mi professo credente sono
ancora qui con le mani in mano, mentre lei a 23 anni è già in pasto ad un mondo
senza scrupoli, solo per amore. E ciò di cui mi capacito ancora meno è come
possono dormire sonni tranquilli tutti coloro che la accusano di essersela
cercata, mentre sguazzano nelle loro piccole soddisfazioni, mentre tutto quello
che sanno fare è solo uccidere la speranza. Se una civiltà inizia a rifiutare
la parte più nobile dell’essere umano, tacciandolo di buonismo, di
volontarismo, di relativismo, quella civiltà è destinata ben presto a morire,
perché non ha più nulla da insegnare. E quando gli adulti non hanno più nulla
da insegnare ma preferiscono correre contro il tempo per non perdere la loro
giovinezza, il loro ritratto idealizzato, ecco che l’unica guida rimane la
bellezza. Quella bellezza che irradiano i santi, quella bellezza che splende
sul volto di Silvia, quella bellezza che scandalosamente illumina e ci spinge a
scegliere. Perché la luce non è indifferente, la luce ci spinge a fare una
scelta, ci spinge a prendere posizione. E se una ragazza sorride e splende in
quel modo, io non posso far altro che scegliere. Non acquietando la coscienza
dicendo che “Siamo tutti Silvia Romano”, ma uscendo fuori dal pantano della mia
miseria, per comprendere a quale altezza sono chiamato, a quella divina
trasfigurazione punta la mia vita se desidero essere davvero bello. Questa è la
bellezza di Silvia, che nessuna mediocrità può schiacciare.
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