Lì l’oro di quella terra è buono




Caro Pavel, nel libro della Genesi è curiosa una annotazione riguardo il giardino di Eden (Gn 2,11-12). Ad un certo punto vengono descritti quattro fiumi che circondano il giardino di Eden: il Ghicon, il Pison, il Tigri e l’Eufrate. Nell’antichità erano i quattro fiumi più grandi del mondo conosciuto. Ma ciò che ci interessa non è solo l’annotazione dei quattro fiumi quanto quello che viene detto a proposito del fiume Pison, del quale si racconta che scorre tutto intorno la regione di Avìla, dove c’è l’oro, e l’oro di quella terra è fine. Questa è l’annotazione che ci interessa: si parla dell’oro di quella terra e viene aggiunto il fatto che l’oro di quella terra è anche buono. Un metallo prezioso, dunque, può essere ancora più prezioso, ancora migliorato quando è situato in un luogo particolare. Ma, andando anche fuori l’oggetto fisico oro, questo è ciò che avviene anche a noi quando qualcosa di prezioso acquista molto più valore quando è in un luogo preciso. Ciò che buono, insomma, può diventare ancora più buono quando è situato, quando lo ritroviamo in un luogo particolare. Ovviamente, non è il luogo a rendere prezioso l’oro, come non è il luogo dove troviamo cosa buone a rendere quelle cose buone in sè e preziose per noi, ma è il luogo che rende migliori e più preziose le cose che vi si trovano. Se ci pensiamo, anche nella nostra vita è già avvenuto questo. Quando incontriamo qualcosa di prezioso per la nostra vita, non solo ricordiamo il momento in cui l’abbiamo trovata, ma anche il luogo dove l’abbiamo trovata diventa significativo per noi. Ma non è per il fatto di aver trovato quella relazione, quella persona in un luogo ad averla resa preziosa. Ci sono luoghi, dunque, che non rendono le persone preziose per noi, ma ci permettono di gustare e di apprezzarne meglio la preziosità. E questo vale per ogni relazione, dal momento che ogni relazione ci apre uno squarcio oltre il luogo e il tempo, verso l’infinito e l’eterno. Ciò che rende migliore ogni relazione, è il luogo e il tempo in cui l’abbiamo vissuta, in quanto quel luogo e quel tempo rimangono anche nelle trasformazioni date dallo scorrere del tempo stesso. E se ciò che rimane sono sempre le nostre relazioni, ciò che le rende più belle sono i tempi e i luoghi delle nostre relazioni più profonde, perché quei luoghi sono segnati dall’eterno e dall’infinito di Dio.

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