Il populismo politico: dare alle masse ciò che chiedono




Caro Pavel, voglio parlare con te di uno degli argomenti più scottanti di questi giorni: la politica. Molto spesso pensiamo che la politica sia semplicemente qualcosa da evitare, che tutti i politici siano corrotti, che nulla vada per il verso giusto, che sia tutto un gioco di forze e di potere. Non stupirti se ti dico che, in realtà, è così. Non basta un uomo o una donna giusti a cambiare il sistema. Potrebbero salvarlo e potrebbero iniziare una trasformazione, ma difficilmente un singolo uomo o una singola donna potranno essere in grado di trasformare la situazione politica. Perché occorre faticare molto per avere un posto di rilievo nella politica e basta un nulla per cadere nella solita trappola del gioco sporco, della corruzione, del pesce grande che mangia il pesce piccolo. Neanche io saprei da dove iniziare per cambiare le cose, come non potrei neanche cambiarle da solo senza cadere nello stesso meccanismo degli altri, perché io, tu, gli altri, non siamo poi tanto diversi. Ciò che può differenziarci è la tempra di ciascuno, ma poi tutti noi arriviamo allo scontro, al momento dei conti. Per questo, invocare la figura del cavaliere solitario che combatte contro tutti i criminali è una storia da fumetti. Ma quello che voglio dirti oggi non vuole essere un abbattere la tua voglia di cambiare le cose, la tua rivoluzione che senti ribollire dentro. Ciò che voglio farti notare è che è tutto un sistema che va cambiato e non basta un solo uomo o una sola donna a cambiare il sistema, occorre un vero e proprio gesto rivoluzionario che parta dalla riflessione comune. Perché oggi, il vero gesto rivoluzionario in grado di invertire la rotta non è né sparare, né impiccare i potenti di turno, ma creare rete per un bene comune. Infatti, ciò che oggi manca alla politica è proprio il bene comune, in quanto la tendenza attuale è dare a tutti quello che chiedono. Il populismo, in fondo, si basa su questo: dare alla gente quello che vuole. Il paradosso di tutto questo è che non sappiamo neanche noi ciò che vogliamo, per questo ci perdiamo in una serie di promesse, di rimandi, di illusioni, che producono sfiducia e delega. Più siamo sfiduciati delle istituzioni e dei governi, più chiediamo giustizia e più chiediamo giustizia più ce la promettono, più ce la promettono, più la rimandano, più la rimandano e più aumenta la sfiducia. Insomma, un gioco al ribasso dove chi davvero comanda sono i poteri forti, i gruppi di pressione, le lobby. Per questo, ogni populismo non è il volto demoniaco della politica, ma è il volto di una politica che genera e soddisfa stereotipi, in una legge di domanda e offerta. Ma se questo aumenta il potere, la vera liberazione oggi, il vero atto rivoluzionario sarebbe quello di cercare il bene comune, e non solo i miei interessi. Ecco perché da soli si cade nello stesso meccanismo del populismo, e l’unico modo per uscirne è lottare insieme, per una casa comune.

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