La casa e il fondamento
Caro Pavel, nell’Evangelo secondo Matteo, Gesù fa una
differenza fra la una casa costruita sulla roccia e una casa costruita sulla
sabbia (Mt 7,21-27). È un’immagine plastica abbastanza famosa, anche per coloro
che non frequentano delle comunità cristiane. Infatti, la casa sulla roccia e
la casa sulla sabbia non sono immagini che, di primi acchito, ci parlano di
Dio, ma di architettura, di edilizia al massimo. Eppure, Gesù le utilizza per
parlare della differenza fra chi crede e chi crede di credere. Il problema,
infatti, non è nella casa, come neanche sulla qualità del fondamento, e ancora
neanche sulle condizioni atmosferiche che la casa subisce, ma su dove viene
costruita la casa. In altre parole, il problema non è dei singoli materiali o
della costruzione, ma sulla relazione che intercorre fra la casa e il suo
fondamento. La variabile nella costruzione della casa è proprio questa, mentre
tutto il resto rimane invariato. Questa precisazione è importante per
comprendere che la distruzione della casa non dipende dalle condizioni atmosferiche,
ma dalla responsabilità di chi ha scelto di costruire la casa sulla roccia o
sulla sabbia. E non è neppure una responsabilità del fondamento, la roccia o la
sabbia, dal momento che siamo consapevoli che una casa sulla roccia è più
solida di una casa sulla sabbia, pur essendo fatte dello stesso materiale.
Allora, la differenza fra la casa sulla roccia e la casa sulla sabbia è nella
scelta di chi costruisce sulla sabbia o sulla roccia. Per questo, la
costruzione della casa richiama la responsabilità stessa del credere. Infatti,
credere non significa semplicemente pronunciare il nome di Gesù, chiamarlo:
“Signore, Signore”, ma assumersi la responsabilità di dove costruire la propria
casa la quale, fuor di metafora, simboleggia la vita stessa. Questa è la vera
casa, la propria vita, mentre il fondamento è qualcosa di indipendente dalla
casa che entra in relazione con la casa stessa solo in una scelta responsabile.
La fede, dunque, il credere non è l’accettazione passiva di una determinata
serie di dottrine, ma la scelta di costruire la propria casa-vita. Scelta che
vuol dire anche fatica, perché è molto più facile porre le fondamenta della
propria casa sulla sabbia che sulla roccia, dal momento che la prima è molto
più facile da modellare e scavare della seconda. Inoltre, la casa ci richiama
una dimensione particolare della vita. la casa non simboleggia la vita in quanto
origine, in quanto la casa dell’origine la troviamo già pronta al momento della
nostra nascita. La casa sulla roccia o sulla sabbia simboleggia l’autonomia di
una scelta, la libertà di scegliere dove fondare la propria vita. Allora, la
fede in Gesù diviene non solo una scelta e una responsabilità, ma anche una
chiamata a scegliere e ad essere responsabili delle proprie scelte. La fede in
Cristo, dunque, diviene un essere messi dinanzi alla propria libertà, alla pesantezza
dell’essere noi stessi, della nostra unicità. Dove le condizioni atmosferiche,
gli ostacoli nella vita ci sono per tutti e, spesso, sono qualcosa che non
possiamo scegliere. L’unica cosa certa che possiamo scegliere, però, è dove
porre il nostro fondamento, in un affidamento che non ci faccia crollare.
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